mercoledì 10 marzo 2010

Oblio asimmetrico

Il "Zave" è un amico di vecchia data di mio padre, notissmo in paese, lo si vede spesso camminare e lanciare calorosi saluti e larghi sorrisi a destra e a sinistra. Sconosciuto soltanto a chi, al paese, è arrivato "dopo", riserva a questi trapiantati niente più che il banale "buongiorno". Quando una delle volte in cui sono tornato, incontrandolo, mi sono beccato proprio quest'ultimo "buongiorno" ho capito. Ho capito che non c'è simmetria nella lontananza di un emigrato, perchè è lui ad essere fuori posto, la vita degli altri continua uguale. Tu non dimentichi perchè ne va della tua identità, loro, invece, sì. Incontrando un conoscente c'è sempre un momento (più o meno lungo, solitamente in qulache modo proporzionale alla sua età) in cui ti guarda come a dire "E questo chi cazzo è?"
Addirittura mia madre è passata dal chiamarmi due volte alla settimana e lamantarsi perchè non ero io a farlo, al chiamarmi una volta a settimana senza più lamentarsi, al "Ah sei tu! Non mi aspettavo la chiamata" quella volta che chiamo. Perchè ora sono io che chiamo.

Nessun commento: