domenica 31 maggio 2009

Le meraviglie di Londra

Londra è una città veramente incredibile! Quando ci vai per la prima volta rimani con il naso all'insù per tutto il tempo e per ogni angolo che giri, vedi qualcosa di estremamente famoso, un'icona. Buckingham Palace, il Big Ben, Westminster, il Tamigi, la cupola di Saint Paul, i pullman e le cabine telefoniche rosse... Ma capita anche che sei seduto in un bar e all'improvviso ti entra la grande star del cinema, come mi è capitato qualche giorno fa. Alcune ragazze, che erano in fila alla cassa, tornano al tavolo incredule e cominciano a dire "Jude Law, Jude Law! C'è Jude Law, oddio non ci posso credere" Si sa come sono le ragazze: il ritmo delle parole si è impennato al limite del comprensibile, la frequenza si è pericolosamente avvicinata agli ultra suoni. E tra "Guardalo quanto è bello!", "Non ci credo", "Ora vado e gli chiedo una foto", "Poverino, in fondo è solo", tutto il locale, piano piano, si rende conto dell'incredibile momento storico di cui siamo testimoni.
Devo ammettere che l'atmosfera elettrizzante mi ha contagiato un po', cazzo non capita tutti i giorni di vedere dal vivo una star del cinema, di oltrepassare il confine dello schermo e stare fianco a fianco con un eroe del grande schermo: "Porcaccia la miseria, Jude Law", penso, "domani lo racconto a tutti".
Poi lo noto anche io, tutto sorrisi parlare con una commessa in brodo di giuggiole, sporgendosi leggermente verso di lei oltre il bancone con i suoi occhiali scuri. E' stato allora che ho detto "sì, ma chi minchia è Jude Law?"

martedì 12 maggio 2009

Il filo rosso

Avendo, tra le altre cose, dimenticato anche il badge, una mattina mi trovo davanti alla porta d'ingresso della ITV (che e' l'edificio dove lavoro) ad esclamare con gli occhi al cielo "cazzo, ho dimenticato anche il badge". Salgo quindi la rampa dell'ingresso principale ancora avvolto dalle nebbie cerebrali tipiche del lunedi' mattina e pigio il bottoncino del citofono per implorare l'usciere di aprirmi. Per inciso l'usciere e' lo stesso di http://applejuzz.blogspot.com/2009/01/e-non-abbiam-bisogno-di-parole.html.
Un celestiale quanto familiare trillo si leva dal citofono, il tipico suono del citofono Comelit. Incredibile, ho lavorato in Comelit fino a novembre dell'anno scorso e ora che sono a migliaia di chilometri (anzi di miglia) di distanza mi trovo un citofono Comelit (un Vandalcom per la precisione) fuori dall'ufficio, ironia della sorte!
Devo ammettere che stavo per rispondere d'istinto "Com'e' com'e'" che era la tipica frase durante i test di un citofono, detta e ridetta migliaia di volte sui banconi di prova a Rovetta, nella sede di Comelit. Ma non ho detto niente e chi sa la storia dell'usciere (vedi link sopra) non si stupira', anzi immaginera' che una volta entrato ho alzato il dito e ho preso le chiavi per aprire il mio ufficio. Solo che stavolta sorridevo piu' per la sorpresa che per britannica cortesia.