venerdì 23 gennaio 2009

E non abbiam bisogno di parole

Alla mattina arrivo presto al lavoro e non è detto che ci sia già qualcuno in ufficio per cui capita che sia io a dover aprire e quindi, che sia io a dover chiedere le chiavi in reception. I primi giorni, completo di sorriso di cortesia, partivo con una frase tutta fatta bene, equipaggiata con tutti i suoi bei soggetti, verbi coniugati e complementi. Impiegandoci 20 minuti a raggiungere l'ufficio da casa, avevo tutto il tempo per prepararla. Chiedi oggi, chiedi domani, l'usciere ha cominciato a rispondermi prima ancora che finissi la frase, sebbene preparata con tanta cura lungo il percorso. Hanno già preso le chiav... Qualcuno ha preso l... C'è già qualc... Chiav... Giorno per giorno, il colloquio si è accorciato sempre di più, ovviamente senza mai perdere la classica britannica cordialità. Ed è così che da qualche giorno, la gente assiste ad un surreale colloquio silenzioso tra uno strano tipo che, sorridendo, punta il dito in alto e l'usciere che, da dietro il banco, gli risponde annuendo e sorridendo a sua volta.

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