giovedì 25 febbraio 2010

Imparare l'inglese

Non è facile ammettere, dopo più di un anno da quando mi sono trasferito qui, che io l'inglese prorpio non lo capisco.
Il mio rapporto con la bizzarra lingua anglosassone comincia nel lontano passato delle scuole medie, quando l'isegnante di inglese, una delle Signore di Ferro dell'Istituto Suore Sacramentine di Bergamo, cercava disperatamente di inculcarne i principi fondamentali nelle nostre zucche vuote di pre-adolescenti. La professoressa ci faceva studiare lezione su lezione, armata del libro "You!" e dell'incrollabile fede nel principio "prima o poi qualcosa impareranno", ma, probabilmente, non tutto è andato per il verso giusto. L'immagine dell'inglese che mi è rimasta dai tempi della medie è di una lingua un po' effemminata da parlare mentre si sorseggia una tazza di tè con il mignolo in su. Lingua in cui non c'è traccia di parolacce, ovviamente, e che ha un vocabolario piacevolmente ridotto. Che è parlata in un Paese dove i libri stanno sul tavolo e i cani sotto, in cui "Salve" quando ci si incontra e "Addio" quando ci si lascia. Poi sono arrivato qui e ho trovato che la birra sta al posto del tè, che non c'è più nulla di effemminato quando a parlare inglese è un omone di duecento chili, che quando ci si incontra "Tutto bene?" e quando ci si lascia "Salute!" Che per ogni verbo che conoscevo ci sono miriadi di versioni modali con significati tutti diversi, uno per ogni preposizione, quando non ci sono due preposizioni! Poi ci sono i verbi che non conoscevo. E le parolacce: che ci si creda o no, ci sono! Certo non hanno molta fantasia qui, tutto (o quasi) ruota attorno al celebre vaffanculo, trasformato di volta in volta in verbo, aggettivo o sostantivo, ma hanno sviluppato tutta una gamma di parolacce adatte per ogni occasione. Dove sono Ronnie, Jane e Mike, i protagonisti del libro "You!"? Avrei da dirgli due paroline, ne ho imparate di adattissime.

4 commenti:

Unknown ha detto...

E cosa dovrei dire io che oggi mi sono incartato per l'ennesima volta parlando un inglese che dire elementare è un eufemismo, con un commerciale turco che mi faceva pure le battutine? Mi sembra che tu sia un po'troppo critico con te stesso mio caro Juzz!!! Ora vado a letto, of course cioè di corsa ;-)

juzz ha detto...

Grazie per la fiducia! E' che mi aspettavo di migliorare mooolto di più stando qui all'ombra del Big Ben (ok, un pelo più a ovest)!

albino ha detto...

Tranqui, tra un paio d'anni capirai molto di piu' Eminem dei Pitura Freska! :D
Io dopo un anno in Australia sono andato a vedere un Harry Potter e non ho capito una parola quando parlava Hermyone, o come cavolo si scrive... poi cambia, un po' alla volta. Hai fatto l'80% della strada, ti manca un altro 15 di limatura e un altro 5 che probabilmente non raggiungerai mai, o forse tra vent'anni.
Come tutti. :)

PS evita gli italiani!

juzz ha detto...

Grazie del supporto psicologico ragazzi!
Il post non voleva essere una lamentela, eh... mi sembrava divertente mettere in luce le differenze che ci sono tra l'inglese vero e l'immagine che ne abbiamo noi italiani dopo le scuole.
Rimane il fatto che e' garantita la fatica di imparare, qualsiasi lingua. Anche il giapponese! ;)